il contrario delle lucertole by Erika Bianchi

autore:Erika Bianchi [Bianchi, Erika]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 2019-10-05T21:00:00+00:00

Caro papà,

sono le ore più buie della notte e non riesco a dormire. Mi hai costretta a cenare e ho dovuto aspettare che andassi a letto per provare a vomitare. Vomitare non mi piace, e mi riesce male. Poi era già tardi, avevo già digerito quasi tutto, così ora il senso di colpa per aver mangiato mi tortura, e non dormo. Sono arrabbiata con te, perché non mi rispetti. Ti ho detto che a pranzo avevo mangiato perché non volevo tradirti mentre non c’eri, ed è vero. Ho avuto rispetto di te. Tu avresti dovuto averlo di me, e lasciarmi mangiare poco a cena, come volevo. Non pretendo che tu mi capisca, ma vorrei che mi rispettassi. Controllare il peso è l’unico modo che ho trovato, per ora, per non odiarmi, e per sentirmi padrona della mia vita. E quando nella mia vita accade qualche evento incontrollabile ho bisogno di essere più rigorosa nella dieta, sennò non sto bene. È così, e se vuoi che sia sincera con te mi devi rispettare.

Questo fatto che oggi arriva Isabelle mi mette in agitazione. Ancora di più, l’idea di una terapia familiare mi fa orrore. Sono minorenne e mi ci potete portare con la forza, ma costringermi a parlare no, non potete. Dalla mia bocca non uscirà una parola. E anzi, non ci entrerà neanche più nulla. Se davvero avete intenzione di iniziare una terapia familiare, la mia bocca diventerà un passaggio chiuso, sia in entrata che in uscita. Tanto, meno la apro e meglio sto. La bocca me la chiuderei con una colata di cemento, di questi tempi.

«Che terapia familiare?» dico. Lo sapevo che ci saremmo arrivati, e ora che ci siamo provo solo rabbia. Non ho voglia di andare da uno strizzacervelli per mia sorella. Non ho voglia di sedermi in mezzo tra lei e mamma, non ho voglia di riascoltare tutta la storia, di capire perché ci ha abbandonate, di trascorrere giorni e notti a consolare Cecilia. Le passerà, mi dico da mesi, da anni. Le passerà la rabbia, le verrà voglia di farsi un panino. Una pizza. Un bicchiere di vino. Una canna. Una risata.

«Marta, Cecilia pesa quarantasette chili. Dobbiamo fare qualcosa.»

«Ma non ci può andare da sola, dallo strizza? Ci dobbiamo andare tutti per forza? Cosa c’entro io?»

«Ora non è il momento. Finisci di leggere, e poi muoviamoci.»

Muoviamoci? A fare cosa? Cosa devo fare io? Oggi viene mamma, pensateci voi a Cecilia, che siete i suoi genitori. La mia colpa qual è, in tutto questo? Non aver mai dato alcun motivo di preoccupazione, che forse vi avrebbe distratti dall’ansia per mia sorella? Esserle stata vicina sempre, averla accolta nel mio letto per anni, averla protetta, ascoltata, capita? Avrei dovuto lasciare che se la sbrigasse da sola nel mondo, per renderla più forte? A che serve essere la sorella brava, se poi non posso comunque godermi quello che mi sono costruita con le mie forze? È stato forse facile, per me, crescere così, facendo da mamma a mia sorella?

scaricare

Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.